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domenica 17 giugno 2012

Raspberry Pi: low cost single-board computer

Avete qualche bella idea, ma i costi di sviluppo oltrepassano il vostro budget ? Volete dotarvi di un media server domestico, ma i costi delle soluzioni commerciali sono al di sopra delle vostre tasche? Siete degli insegnanti di elettronica e volete proporre ai vostri studenti una soluzione a basso costo con sui potersi sporcare le mani? Bene, se almeno ad una di queste domande avete risposto si allora Raspberry Pi potrebbe fare al caso vostro.

Raspberry Pi è un single board computer a basso costo realizzato per stimolare l'insegnamento di base dell'informatica e della programmazione nelle scuole, nonchè per garantire una più facile informatizzazione dei Paesi in via di sviluppo. Prima di addentrarci nelle specifiche tecniche, un po' di storia del progetto Raspberry Pi. L'idea di un single-board computer a basso costo si fece strada per la prima volta nel 2006, quando Eben Upton mise insieme un gruppo di insegnanti, accademici e appassionati di computer, per concepire un oggetto capace di incoraggiare i bambini, fornendo loro know-how e ispirazione. Nel 2009 il progetto cominciò a prendere consistenza con la creazione della Raspberry Pi Foundation, a South Cambridgeshire nel Regno Unito. Nel corso del 2011 lo sviluppo entrò nel vivo: una cinquantina di versioni Alpha della scheda, furono seguite da ben un centinaio di versioni Beta; dalle quali si è poi arrivati alla definizione della versione definitiva che è stata ufficialmente messa in commercio il 29 Febbraio 2012.

Per cercare di andare incontro alle diverse esigenze degli utenti la Raspberry Pi viene distribuita in due versioni: denominate Model A e Model B, con riferimento ai computer britannici BBC Micro. Le schede condividono Soc (Broadcom BCM2835), CPU (ARM1176JZF-S core con clock a 700 MHz), GPU (Broadcom VideoCore IV con supporto a OpenGL ES 2.0, e formato di compressione H.264), il quantitativo di RAM (256 Mbyte), lo slot per SD/MMC per l'installazione del sistema operativo, gli output audio e video (3.5mm Jack, Connettore RCA ed HDMI) e l'alimentazione (5 V tramite Micro-Usb). Le differenze sono sostanzialemte due: la Raspberry Model B può vantare una porta USB 2.0 (due in totale) ed un connettore Ethernet RJ-45 (con data rate supportati di 10 e 100 Mbps) in più rispetto alla sorella minore Model A. Ovviamente le diverse specifiche implicano un prezzo diverso per le due versioni, la Model A ha un costo di 25 $; mentre il prezzo della Model B arriva a 35 $.

I sistemi operativi ufficialmete supportati appartengono ovviamente alla famiglia Linux e sono: Debian GNU Linux, Fedora, Arch Linux e Gentoo; anche se ovviamente data la natura Open Source del progetto non è da escludere che in futuro qualcuno (o voi stessi se volete provarci :-) ) possa effettuare il porting di altri sistemi operativi Linux Based.

Fin qui sembrerebbe tutto positivo, ma come in quasi tutte le cose esistono anche delle note dolenti. In questo caso il problema è che mettere le mani su questo gioiellino richiede una grande pazienza. Dato infatti l'enorme numero di richieste pervenuto, insieme ad alcuni bug hardware scoperti poco prima della commercializzazione, per poter comprare una Raspberry Pi bisogna iscriversi in lunghissima lista d'attesa. A chi fosse interessato il consiglio è di visitare al più presto la pagina dedicata sul sito Farnell.it, distributore italiano delle Raspberry Pi, per ulteriori informazioni e per l'iscirizione alla lista d'attesa.

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